Lippi torna a elogiare Totti:
«Nel 2006 atteggiamento esemplare»
Il ct azzurro ribadisce: giusto che i tifosi sponsorizzino i propri idoli ma decido io in base agli obiettivi e alle mie idee
ROMA (3 gennaio) - Marcello Lippi è stato questo pomeriggio ospite dell'Arena di Massimo Giletti a Domenica in, ed è tornato a parlare, fra l'altro, di Francesco Totti e di quello che minaccia di diventare un tormentone pre-mondiale. Il ct azzurro ha subito chiarito di essere abituato ai tormentoni e comunque di non considerare tale il “Totti sì-Totti no” in chiave Mondiali 2010.
Lippi elogia il capitano della Roma, ricordando quando quattro anni fa, a meno di sei mesi dalla spedizione a Germania 2006, Totti si infortunò al ginocchio durante la gara con l'Empoli per un brutto fallo di Pratali. «Mi è piaciuto tantissimo il suo atteggiamento - racconta Lippi - Totti che si fa male all'Olimpico e rischia di non andare al mondiale sembrava un dramma nazionale. Per molti poteva diventare facile condannare il difensore dell'Empoli, ma Francesco invitò tutti a stare calmi, e soprattutto a non dare la colpa al suo avversario. Andai a trovarlo il giorno dopo, gli dissi che l'avrei aspettato e che avrebbe recuperato per il mondiale. Questo gli diede molta fiducia. Lo portai in Germania, non era al 100%, ma ero consapevole che Francesco godeva della massima fiducia dei compagni, contenti della sua presenza anche se non era al top della forma».
E' una risposta indiretta alla disponibilità data dallo stesso Totti a far parte del gruppo per il Sudafrica. «Decido ad aprile, se Lippi mi vuole io sono pronto» aveva detto il capitano giallorosso, sottolineando il feeling con il ct della nazionale.
Lippi ribadisce che la squadra la crea in base al progetto e che alle pressioni per uno o un altro giocatore è abituato. «Si parla di Cassano e Balotelli, ma non sono solo due i motivi del contendere - sorride Lippi - posso citare anche Nesta, o Del Piero: è giusto che la gente sponsorizzi i propri idoli. Poi però ci sono io, che voglio raggiungere i mie obiettivi mettendo in piedi la mia squadra e la porto avanti con le mie idee». Insomma non è sulla base della simpatia/antipatia che Lippi darà forma alla sua Italia, a caccia del difficilissimo bis dopo il titolo vinto a Berlino. Dietro alle sue scelte non ci sono difficoltà nei confronti di alcun giocatore. «Non ho rapporti complicati con nessuno dei giocatori - precisa il ct - Il grande campione deve rendersi conto che può esprimersi solo se mette le sue qualità a disposizione dei suoi compagni. Può mettere in mostra le sue qualità solo all'interno di una squadra».
Lippi elogia il capitano della Roma, ricordando quando quattro anni fa, a meno di sei mesi dalla spedizione a Germania 2006, Totti si infortunò al ginocchio durante la gara con l'Empoli per un brutto fallo di Pratali. «Mi è piaciuto tantissimo il suo atteggiamento - racconta Lippi - Totti che si fa male all'Olimpico e rischia di non andare al mondiale sembrava un dramma nazionale. Per molti poteva diventare facile condannare il difensore dell'Empoli, ma Francesco invitò tutti a stare calmi, e soprattutto a non dare la colpa al suo avversario. Andai a trovarlo il giorno dopo, gli dissi che l'avrei aspettato e che avrebbe recuperato per il mondiale. Questo gli diede molta fiducia. Lo portai in Germania, non era al 100%, ma ero consapevole che Francesco godeva della massima fiducia dei compagni, contenti della sua presenza anche se non era al top della forma».
E' una risposta indiretta alla disponibilità data dallo stesso Totti a far parte del gruppo per il Sudafrica. «Decido ad aprile, se Lippi mi vuole io sono pronto» aveva detto il capitano giallorosso, sottolineando il feeling con il ct della nazionale.
Lippi ribadisce che la squadra la crea in base al progetto e che alle pressioni per uno o un altro giocatore è abituato. «Si parla di Cassano e Balotelli, ma non sono solo due i motivi del contendere - sorride Lippi - posso citare anche Nesta, o Del Piero: è giusto che la gente sponsorizzi i propri idoli. Poi però ci sono io, che voglio raggiungere i mie obiettivi mettendo in piedi la mia squadra e la porto avanti con le mie idee». Insomma non è sulla base della simpatia/antipatia che Lippi darà forma alla sua Italia, a caccia del difficilissimo bis dopo il titolo vinto a Berlino. Dietro alle sue scelte non ci sono difficoltà nei confronti di alcun giocatore. «Non ho rapporti complicati con nessuno dei giocatori - precisa il ct - Il grande campione deve rendersi conto che può esprimersi solo se mette le sue qualità a disposizione dei suoi compagni. Può mettere in mostra le sue qualità solo all'interno di una squadra».

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