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20 gennaio 2010

Difesa della Juve in crisi: l'allarme mondiale di Lippi


I bianconeri hanno subito 26 gol in campionato. Preoccupato il ct: pressing su Nesta che potrebbe
tornare a vestire la maglia azzurra.


 Con la difesa della Juve, e dell’Italia, paurosamente in versione cabriolet (26 gol beccati, dodicesima del campionato), Alessandro Nesta sarebbe una bella copertura per l’avventura mondiale in Sudafrica. Per questo, Marcello Lippi lo pedina da quando il difensore rossonero s’è ripresentato aggiustato e lussuosamente funzionante: dopo i contatti a distanza, ieri il ct ci ha pranzato assieme a Milanello, con gli altri azzurri designati, Zambrotta, Gattuso e Pirlo. Ben tornato nel club Italia, insomma. O quasi. Perché Nesta ha aperto spiragli, dopo aver tenuto la porta sull’Italia sigillata per mesi: se non è un sì, almeno è un forse. Al giocatore, che tutto il gruppo accetterebbe con entusiasmo, restano residue perplessità: non vorrebbe soffiare il posto a chi s’è sudato le qualificazioni, e poi teme per la salute.

Comprensibile: ha rischiato di dover chiudere la carriera, poi l’ha rimessa in piedi con l’operazione alla schiena e una stagione intera passata a ristabilirsi. Però, per la prima volta, s’è dichiarato possibilista davanti al ct. L’impressione di alcuni compagni di Nazionale, è che alla fine il forse potrebbe diventare sì.Ieri è stata quasi una pre-convocazione, anche se la versione ufficiale parlava di casualità: Nesta era a Milanello per la fisioterapia, altrimenti mai avrebbe incrociato il ct, visto l’allenamento alle 15. Difatti, Ambrosini e Borriello non erano della tavolata, perché sono arrivati giusto in tempo per scendere in campo. Il centrocampista non è mai stato nei piani del tecnico, e l’attaccante è in bilico: sarà un casualità anche questa.

Lippi ha minimizzato: «Fa parte dei miei compiti andare a vedere e trovare gli allenatori e i giocatori - ha spiegato a Milan Channel - e oggi ho fatto una bella chiacchierata. E ho salutato Leonardo. Da domani (oggi, ndr) andrò a trovare altre squadre». Non l’Inter: «Non vado alla Pinetina per ovvi motivi: non ci sono molti giocatori italiani». E quel molti è già una gentile concessione. Il ct farà un viaggetto un po’ più lungo, a Torino, dove c’è il maggior distaccamento azzurro. Poi, Genova. Oggi sarà a Vinovo, in tarda mattinata, per assistere all’allenamento degli juventini. Possibile pure qui una tavolata, vista la doppia seduta programmata da Ciro Ferrara, evento piuttosto raro. Da tempo, lo staff azzurro è preoccupato delle prestazioni bianconere.

Pur tenendo conto di due premesse: un grande campionato non garantisce un ottimo mondiale, disse Cannavaro in terra d’Arabia; e poi i gol presi non sono unicamente colpa di portiere e difensori, ma sempre implicano responsabilità di tutti i colleghi. Resta il fatto che mai la Juve era scesa così in basso, nella graduatoria delle reti subite. Eccetto Chiellini, costantemente tra i migliori, tutti gli altri difensori hanno mostrato difficoltà, seppur in modo differente. Grosso, tranne l’inizio, viaggia sotto il minimo sindacale, Legrottaglie è rischiosamente alterno, una volta finito in panchina, e Cannavaro s’è un po’ appannato dopo un avvio incoraggiante.

Nel frattempo, i guai fisici stanno sabotando l’annata di due fedeli del ct, Mauro Camoranesi e Vincenzo Iaquinta. L’ala, per la quale Lippi non ha veri cloni, è ferma dal 12 dicembre, causa una grave lesione muscolare alla coscia destra: ha ripreso, ma il rientro non è previsto prima di febbraio. Iaquinta è invece scomparso dai radar a fine ottobre, per l’operazione al menisco esterno del ginocchio sinistro: fanno quasi tre mesi di prognosi, tempi che per una patologia del genere stanno diventando imbarazzanti. Dovranno guarire, e recuperare la condizione, come pure la difesa della Juve. In Sudafrica, a giugno, comincia la stagione invernale: sconsigliabile, andarci in cabriolet.


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